Platycerus caprea (Degeer, 1774)
pagina a cura di Guido Sabatinelli
Lunghezza 12-15 mm. Sepriormente di colore blu metallico, pronoto a volte un riflesso dorato, anche interamente viola scuro. Molto simile al Platicerus caraboides Linnaeus, 1758 con il quale è stato a lungo confuso ma di taglia maggiore. Pronoto con punteggiatura piu&grave sparsa con angoli posteriori ottusi, le docce laterali larghe e appiattite soprattutto davanti gli angoli posteiori, il ribordo sottile e poco rilevato.
Maschio con mandibole piu&grave sviluppate con margine esterno piu&grave curvo alla base che all'apice fortemente curvo
La larva si sviluppa nei vecchi ceppi di faggio e di quercia, raramente pino; l'adulto è crepuscolare o notturno ma i maschi sono volano anche di giorno e sono floricoli, da maggio a agosto.
Maurizio Gigli, il 20 giugno 1984, ha osservato sul Monte Viglio durante una esplosione demografica di Platycerus caprea che molti esemplari posati sulle estremità apicali dei rametti di arbusti di faggio sul margine del bosco uccidevano gli afidi schiacciandoli con le mandibole e succhiandone il liquido zuccherino che ne usciva. Di fatto, anche se in effetti non si nutrivano dei tessuti di questi insetti, si puo' comunque definire una predazione secondaria.
Presente in Europa settentrionale e centrale, in Italia si sovrappone al P. caraboides
foto Lech Borowiec - http://www.colpolon.biol.uni.wroc.pl © Copyright by Lech Borowiec, Wroclaw 2007, 2008, 2009, 2010 |
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sopra edeago e sotto mandibole, modificato da Baraud, 1993 |