Paolo Luigioni — Note ed osservazioni sull’Anthypna Carcelii Laporte (romana Duponchel). Il Monitore Zoologico Italiano, 1902: 20-22

pagina a cura di Guido Sabatinelli
con il contributo di Franco Sandel


Image descriptionAppassionato cultore degli studi entomologici, dedico, da oltre un decennio, le poche ore che mi rimangono libere dalle diurne occupazioni d'impiegato dello Stato, alla ricerca ed allo studio dei coleotteri della mia Provincia.
Di parecchie ed interessanti specie raccolte nelle mie numerose escursioni, ho fatto oggetto di appunti ed osservazioni che farò note via via nella pubblicazione del mio «Elenco sistematico» intrapresa nel «Bollettino della Società Entomologica Italiana ».
Scopo della mia comunicazione è di far meglio conoscere i costumi e l'habitat di uno dei più caratteristici lamellicorni della provincia romana, cioè dell'Anthypna Carcelii.
L'insetto rinvenuto in unico esemplare a Tivoli e nei dintorni del lago di Albano verso il principio dello scorso secolo, fu descritto contemporaneamente dal De Laporte e dal Duponchel, negli Annali della Società Entomologica di Francia [1832].
Fino a pochi anni or sono se ne conobbero rari esemplari presi da entomologi stranieri e dal Dott. Odoardo Pirazzoli che venne più volte nel Lazio, per raccogliere l'Anthypna.
Il desiderio vivissimo di rinvenire anch'io tanto rara specie, m'indusse a recarmi in varie epoche nelle località citate dagli autori di cui sopra ed in altre; desunte da pubblicazioni. Forse perchè sceglievo saltuariamente giornate poco propizie in epoche precoci o troppo tardive, la fortuna non mi arrise, se non dopo varii anni di assidue ricerche.
Finalmente, la località ove fu da me trovata l'Anthypna in discreto numero, è nei Colli Albani, a Marino, e appunto nella selva Ferentina posta al disopra della stazione ferroviaria, selva attraversata dalla via carrozzabile che conduce a Castelgandolfo.
È nelle belle, limpide e calde giornate della fine del maggio e nei primi del giugno, fra le dieci e le dodici antimeridiane, che l'Anthypna vola nei luoghi sforniti di alberi o negli spazi più o meno erbosi dove penetra il sole, e nelle zolle soleggiate ai margini della strada e dei sentieri del bosco.
Nelle giornate nuvolose l'Anthypna, a guisa delle Cicindele, sembra si dilegui; mentre nelle splendide giornate vola veloce poco alta da terra, e con volo simile a quello delle Api e dei Bombi, ma soffermandosi raramente.
Quando ciò avviene, osservai che l'Anthypna ha una speciale predilezione per l'Orobus vernus [Lathyrus vernus o cicerchia primaticcia], sulle foglie del quale la trovai quasi sempre posata, tanto da far nascere in me la convinzione che tale fosse la sua pianta nutrice.
Questo insetto, come ho accennato altrove, è estremamente vivace ed ha un volo che è quasi un continuo ronzio.
La femmina, che è rarissima, è molto differente dal maschio; benchè provvista di ali, non vola, ma stà nascosta in fori che si aprono a livello del terreno. Nel momento della copula, esce dal suo nascondiglio, ed allora solo e dato rinvenirla accoppiata al maschio, mentre corre e si ruzzola con quello fra le foglie secche e le erbe.
È mia convinzione che le larve dell'Anthypna vivano nei tronchi in decomposizione e nei detriti della Castanea vesca; poichè riscontrai che esclusivamente nei boschi composti di albero di tale specie, l'insetto si sviluppa e vola in abbondanza.
La prima femmina di Anthypna che rinvenni, fu presso al piede di un vecchio tronco di castagno, in una galleria obliqua, profonda un venti centimetri e del diametro poco piu grande del corpo dell'insetto. Nella galleria, come dissi, aprentesi a fior di terra, rinvenni 4 o 5 maschi, intenti a disputarsi la femmina che si era cacciata nel fondo del foro che trovai ripieno di spoglie di ninfe e detriti di legno di castagno. Nelle epoche precitate, variabili più o meno secondo l'incostanza delle stagioni, le Anthypna appaiono normalmente verso la fine del mese di maggio.
In alcune annate però, e specialmente in quelle nelle quali anche i mesi di aprile e maggio sono freddi e tempestosi, quest'insetti ritardano la loro apparizione fin oltre la seconda metà del mese di giugno. E solo allora che si sviluppano in numero stragrande e nei boschi di castagni volano a sciami; come potei constatare in una fortunata gita fatta quest'anno, il 22 giugno, nei castagneti che si stendono alle falde del monte Calvario (541 m.s.m.), presso Manziana.
Le località della provincia romana ove l'Anthypna è stata rinvenuta, oltre che a Marino, sono tutti siti boscosi dei monti Laziali (Frascati, Monte Cavo, Ariccia, Nerai ecc.) i dintorni di Bracciano, il Monte Calvario ed i boschi vicino al mare a Nettuno.
Fu pure rinvenuta nei dintorni immediati della Capitale, a Monte Mario, nelle macchie di Acquatraversa ed a Villa Corsini sul Gianicolo. Benchè nei cataloghi stranieri l'Anthypna Carcelii sia indicata come specie dell'Italia meridionale, perchè se ne conobbero rari esemplari presi nelle provincie prossime alla Romana, e benchè io sappia che altri ne furono raccolti nel R. Parco di Caserta, negli Abruzzi e fin nell'estremo Teramano, tuttavia oso ritenere l'Anthypna specie veramente comune e caratteristica della fauna laziale.
Tanto nella descrizione data dal De Laporte, quanto in quella del Duponchel, diagnosi fatte sopra unici esemplari, il colorito generale dell'Anthypna è detto essere di un verde metallico a riflessi di color rame. Dal confronto fatto con una serie di centinaia di esemplari, raccolti in svariate località, ho potuto invece accertare che il colore predominante è il bronzeo più o meno scuro con riflessi metallici, che dal verde giunge con sensibili gradazioni fino ad un bel color di rame. Anche il colore per le lamelle delle antenne che è detto essere ferruginoso, non è costante, perche ho trovato vari individui nei quali è interamente nerastro.
Raramente, frammisti al tipo, ho rivenuto esemplari in cui la tinta predominante è al di sopra totalmente di un bel verde metallico senza riflessi color di rame, e di un verde più oscuro al disotto. Oltracciò la granulazione e la pubescenza del torace e delle elitre è sensibilmente più rimarcata.
Trattandosi di una variazione assai notevole che risalta a prima vista fra gli esemplari tipici, per la differente e speciale colorazione, mi sembra giustificata la istituzione per essa di una varietà, che propongo nominare var. Duponchelii, in ricordo dell'entomologo Duponchel, il quale in omaggio a Roma volle chiamare romana una delle più graziose specie di Glafirini, da lui raccolta nel Lazio.


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